n. 24 – dicembre 2012

n. 24 – dicembre 2012

dicembre 2012                                                                       INDICE QUADERNO

  Irretiti o liberati? Positività e criticità delle connessioni tra web e psiche

         a cura di Vanna Berlincioni e Davide Bruno

Nel mondo contemporaneo la realtà digitale occupa spazi sempre più ampi: i nuovi sistemi di comunicazione con cui siamo confrontati in qualità di clinici e di esseri umani plasmano la società contemporanea, creando nuove comunità e appartenenze, nuove possibilità di scambio, ma anche nuove patologie e nuove modalità di trattamento. Da qui discende la necessità, per lo psichiatra e lo psicoterapeuta, di comprendere e di valutare le nuove forme in cui si esprime la sofferenza mentale, i modi in cui i nuovi media trasformano le modalità di funzionamento dell’apparato psichico e incidono sulla costruzione identitaria degli individui e sulla loro organizzazione personologica. L’introduzione di Internet, e dei servizi da esso forniti, ha rappresentato una vera e propria “rivoluzione” tecnologica e sociologica che induce nuove modalità di autorappresentazione, quali quelle che si ritrovano nelle narrazioni dei blogger e nei giochi virtuali, spostando continuamente la frontiera tra ciò che è pubblico o privato o creando nuove forme di memoria, individuale e collettiva. Le potenzialità di Internet possono essere sfruttate per mantenere o creare legami sociali: pensiamo ai social network, ai forum su temi specifici o alla possibilità per esempio per i migranti, sempre più numerosi nel mondo globalizzato, di rimanere in contatto, attraverso la rete, con il paese di origine. Ma l’abuso di Internet può, d’altro canto, amplificare patologie già esistenti o determinare l’emersione di nuove psicopatologie, quali nuove forme di dipendenza da Internet, il cyberbulling, nuove modalità di sfruttamento sessuale, fino al fenomeno estremo del suicidio attraverso la rete. Infine internet può rivestire anche finalità terapeutiche: numerosi sono i siti che contengono informazioni sanitarie o che facilitano l’accesso alle cure; diversi terapeuti utilizzano questo strumento per comunicare con i propri pazienti a distanza o per condurre vere e proprie psicoterapie in rete.