Eugenio Borgna. L’agonia della psichiatria

Eugenio Borgna. L’agonia della psichiatria

 

Eugenio Borgna
L’agonia della psichiatria

Feltrinelli, 2022

 

Questo libro è germogliato dall’intensa vita dell’autore, attraverso e dentro le tensioni trasformatrici della psichiatria che hanno visto al loro apice la rivoluzione teorico e pratica, ideale ed etica, di Franco Basaglia. Rivoluzione che “ha dimostrato la concretezza e l’ampiezza dei confini conoscitivi” e, perciò delle potenzialità implicite “alle ragioni del cuore alle quali ancorare una psichiatria che possa ridare anima e vita alla sofferenza psichica”. Quella sofferenza non è scomparsa “e nondimeno la psichiatria si è allontanata dalla passione della speranza, e dalla vitalità” di quel movimento. Nel dipanare alcune delle ferite che sembrano lacerare la psichiatria di oggi, Eugenio Borgna non abdica, però, alla speranza e all’impegno, perché non si spenga la vitalità di quelle essenziali potenzialità.

 

Il cammino del libro si svolge attraverso la comprensione delle emozioni più intime, le vicissitudini dolorose dei pazienti e le immedesimazioni cruciali della vita personale, a indicare una prospettiva possibile per ricostruire, “da una psichiatria in agonia, una psichiatria ideale che possa ampliare i confini tematici e semantici, così da convertirla in scienza umana che, senza ovviamente cancellare la sua dimensione clinica e diagnostica, non abbia mai a dimenticare gli infiniti orizzonti di senso, e in particolare la febbrile ricerca di quello che si intravede negli abissi della interiorità di chi cura e di chi chiede di essere curato.” Borgna è “ancora una volta alla febbrile ricerca di una psichiatria che possa essere di aiuto alla comprensione e alla difesa della vita psichica, che è in noi malata, o non malata, e che dovremmo sapere riconoscere nella sua fenomenologia, anche senza essere psichiatre e psichiatri.”

 

In “un tempo che ritorna a essere quello di una psichiatria arida e positivistica”, questa lettura ci restituisce il coraggio del clinico che ancora si muove e ci guida nei sentieri interrotti che portano a guardare negli abissi dell’interiorità, dei curanti e dei pazienti. Borgna osserva: “Nella insorgenza, nella evoluzione e nella cura in psichiatria, l’azione dei farmaci è condizionata nella sua efficacia, lo vorrei ripetere, dai contesti interpersonali, familiari e sociali.” Ed è necessario un rigore molto più attento, una più profonda competenza teorico-clinica, più coraggio e forza, quando si entri nel mondo misterioso e complesso di emozioni, di affetti e di interazioni, dei quali la cura è parte; proprio perché “«la compassione è l’abisso più fondo: quanto l’uomo affonda la sua vista nella vita, altrettanto l’affonda nel dolore»”, come Borgna ci ricorda, citando lo Zarathustra di Nietzsche. Allo stesso modo, “la sfolgorante metafora di Clemens Brentano, la follia è la infelice sorella della poesia, dovrebbe accompagnare ciascuno di noi nella accoglienza e nella comprensione della follia, considerandola una diversa forma di esistenza.” L’appassionata e inesausta riflessione di Eugenio Borgna su normalità e follia, e sulla possibilità di accogliere dolore, angoscia e mistero, ci regala la comprensione che “la migliore delle psichiatrie possibili ha come premessa che ci si muova dalla considerazione che nel dialogo fra chi cura e chi è curato ci sia una reciprocità di ascolto, e di vita interiore”.