Eugenio Borgna. Speranza e disperazione

Eugenio Borgna. Speranza e disperazione

Eugenio Borgna
“Speranza e disperazione”
Einaudi Editore

 

SINOSSI
La speranza ci consente di vedere la realtà con occhi non annebbiati e non oscurati dalle esteriorità e dalle consuetudini, dalle convenzioni e dalle ripetizioni, e ci consente di aprirci al futuro, liberandoci dalla ostinata prigionia del passato e del presente.

Eugenio Borgna traccia un lucido percorso attraverso le tappe della letteratura, da una parte, e del suo lavoro di psichiatra, dall’altra, sul concetto di speranza. Essa è fragile ma è l’unica via per liberare l’essere umano dalla solitudine e dagli abissi dell’anima. In perenne ascolto dei suoi pazienti e in dialogo serrato con Cesare Pavese, ricostruisce l’esile figura di una delle forze più rivoluzionarie della vita.

 

Siamo tutti affascinati da quello che avviene nell’istante e, nella illusione di non perdere tempo, la nostra vita quotidiana naufraga sugli scogli di un presente svuotato di passato e di futuro, di memoria e di speranza. (p. 5)

 

La speranza è declinazione esistenziale, immaginazione e destino, che dischiude dinanzi a noi un futuro non mai prevedibile, e non mai programmabile. La psichiatria è passione delle differenze, e non può non indurci a distinguere la speranza dall’ottimismo, che si illude di orientare il futuro lungo sentiero dei nostri desideri e delle nostre aspirazioni, non riconoscendone mai il mistero. Noi siamo relazione, e abbiamo il compito, che è un dovere, di dire parole che non feriscano le speranze delle persone con cui ci incontriamo, a con cui abbiamo relazioni di cura. (pp. 5-6)

 

Le speranze si inaridiscono in particolare in quella forma di vita che in psichiatria siamo soliti chiamare depressione, che è nutrita di tristezza dell’anima e di inquietudine, nella quale non è più possibile vivere nel futuro, nell’avvenire, ma solo in un presente fragile e friabile, che è continuamente divorato dal passato, e non ha più trascendenza. Non c’è una sola depressione, e in ciascuna di esse la speranza ha sue diverse incrinature che giungono talora alla sua scomparsa. (pp. 8-9)

 

La speranza fa parte della vita, e non è facile, forse non è possibile, vivere senza speranza, che ci consente di vedere la realtà con occhi non turbati dalle esteriorità, e dalle convenzioni, e di aprirci al futuro, senza rimanere prigionieri di quello che è avvenuto nel passato, e quello che avviene nel presente. La speranza, il nascere e il morire della speranza, l’ho incontrata in psichiatria, ascoltando le pazienti nei luoghi, in cui ho lavorato, e in questo libro ho descritto le esperienze di giovani pazienti nelle quali la malattia si intrecciava alla perdita e alla rinascita della speranza che sconfinano l’una nell’altra, ed è necessario conoscerle nelle loro reciproche relazioni. (pp. 101-102).

 

La speranza è fragile, si teme di perderla, e allora non mi è stato possibile non parlare delle paure che oggi dilagano, e non ci consentono facilmente di mantenere viva la speranza in noi, e di saperla testimoniare. (pp. 102-103)

 

Da queste mie pagine vorrei che rinascesse l’invito a ripensare ai valori della gentilezza e della tenerezza, dell’accoglienza e dell’ascolto, che sono premessa a una vita che riscopra e conosca gli orizzonti fragili e temerari della speranza senza la quale non è possibile vivere con dignità, e con libertà… (pp. 104)